(Berto Canta) Ogni battaglia ha il suo grido e quello per la difesa dell'articolo 18 è "difendere i licenziamenti discriminatori". Suona bene. E' falso, ma suona bene. Anche se sembra di averlo già sentito da decenni, non credo sia più vecchio di qualche anno. Forse è stato coniato dopo il 25 giugno 2008.
L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, nella pratica, non ha mai impedito i licenziamenti discriminatori. La disciplina dei licenziamenti illegittimi ha sempre avuto qualche facile scappatoia. La "dimissione in bianco" è un esempio. Al candidato viene richiesto di firmare il foglio di dimissioni prima ancora del contratto di assunzione. Da quel momento in avanti il datore di lavoro...
avrà sempre la possibilità di completare la dichiarazione con la data che più gli farà comodo, per sbarazzarsi del dipendente senza pagare indennizzi o affrontare cause civili, anzi facendo comparire l'atto come un'azione subìta.
Nel 2007 il Parlamento approvò la legge n.188 recante "Disposizioni in materia di modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie della lavoratrice, del lavoratore, nonché del prestatore d'opera e della prestatrice d'opera". Erano i giorni del secondo governo Prodi e veniva disposta l'obbligatorietà di firmare le dimissioni su appositi moduli che avevano validità per soli 15 giorni dalla loro richiesta, pena la nullità delle dimissioni. La procedura era gratuita e i moduli prelevabili con una richiesta fatta on line, sul sito del Ministero del Lavoro.
Le dimissioni in bianco hanno mietuto vittime tra giovani e disperati (sempre disposti ad accettare di tutto) e donne, che non appena rimanevano incinte sapevano di avere i giorni contati.
Nel gennaio 2008 il governo Prodi cade e a maggio gli succede l'ultimo Berlusconi, il quale con decreto legge n.112 del 25 giugno 2008 recante "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria", ha abrogato l'intera disciplina del modulo di dimissioni volontarie.
Qualcuno ricorda le durissime lotte che sindacati e movimenti dei lavoratori hanno condotto contro questa decreto?
In realtà nessuno ha trascinato milioni di lavoratori al Circo Massimo. Nemmeno Dario Fo e Franca Rame hanno recitato Brecht sulle barricate in Piazza della Scala. Neppure Santoro ha condotto trasmissioni di denuncia e approfondimento per sette giorni e sette notti. Purtroppo quei lavoratori non avevano nemmeno creato una RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) nella loro azienda e, con tutta la buona volontà, che senso ha difenderli?
(Berto Canta é un redattore di Vloganza.tv. Le opinioni espresse gli appartengono).
I politici tutti tirano indietro,sono anni bui questi.Se perpetuano tutto questo ancora qualche anno,temo finiremo molto male.La Grecia insegna.Speriamo per noi e i nostri figli che tutto si raggiusti(non sò come)al più presto,altrimenti sarà oltre che per noi popolo,la fine traumatica di tutta questa classe politica e dirigente corrotta e opportunista.
RispondiEliminaSi, è proprio vero, l'art. 18 è solamente un simbolo per i sindacati, ma svuotato, invece di guardare alla sostanza...ed i lavoratori se ne accorgono? no perchè il pensiero dominante è quello.
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