Se gli italiani avessero davvero capito che fare debiti è sbagliato, non si spiega perché chiedono continuamente soldi allo Stato. Questa loro richiesta continua avviene in vari modi: quando manifestano davanti alle fabbriche dopo il licenziamento per essere riassunti con l'aiuto statale; quando vogliono il posto fisso (meglio se pubblico); quando chiedono case popolari; quando chiedono contributi o agevolazioni per le aziende; quando non vogliono rispettare i vincoli di bilancio europei; quando plaudono all'iniziativa di Beppe Grillo di percepire mille euro al mese senza lavorare. Insomma gli italiani fingono di essere dei liberisti ma nella loro anima rimangono degli statalisti.
La conseguenza di ciò sono tasse alte e continue ingiustizie che si riassumono nella solita storiella tricolore della multa fatta al bambino che compra il gelato senza lo scontrino e l'impunità del miliardario che evade costantemente. Anomalia che accade semplicemente perché lo Stato italiano opera alla cieca, ossia non è mai esistito nel nostro paese un sistema per sapere quanto guadagnano le persone e qual è il loro patrimonio.
Da sottolineare che se gli italiani volessero liberamente vivere in un sistema socialista, non ci sarebbe nulla di male. Però dovrebbero abbassare di molto il loro tenore di vita ed essere disposti a fare qualsiasi lavoro anche se ultra titolati. Ma sarebbero disposti ad adeguarsi a questo tipo di cambiamento sociale? Ne dubitiamo. Per cui nel frattempo devono adeguarsi ad un altro tipo di cambiamento: quello della riduzione della spesa pubblica.
(Antonio De Martino è laureato in Scienze politiche e appassionato di modellismo dinamico. Le opinioni espresse gli appartengono).
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